La tifosa occasionale (anche) al St. Pauli porta male!

Un report fotografico delle mirabolanti e sfigate avventure delle femministe allo stadio. Stavolta però non per vedere la Maggica, che ci ha comunque deliziate per la quarta volta di fila, ma in trasferta dalla squadra del quore, quella dei pirati e delle donne di malaffare del ‘600, che oggi sono rappresentate dalla bella bandiera nera (o dall’autoprodotta rossa) col Jolly Roger.

A me andare allo stadio mi emoziona (a me mi però non si dice). Nonostante qualche mia collega dica che la funzione sociale dello stadio è la solita, di appiattimento delle coscienze e tutto il resto. Andare ad Amburgo a vedere il St. Pauli, poi, smentisce ogni tipo di considerazione del genere. Mica per niente, ma vedere una manifestazione spontanea nascere dopo una partita, una manifestazione contro il nucleare, di cui tante bandiere si erano viste anche in curva o tribuna, fa stare bene.

Fa stare bene stare lì con tante donne, con persone diverse (ad esempio la squadra ciechi del st. Pauli), vedendo solo simboli di sinistra o anarchici. Fa bene non sentire cori sessisti. Ma in realtà il punto è che non si fanno cori contro l’altra squadra, quindi non avrebbe tanto senso introdurre il sessismo. – pare che contro il sessismo, razzismo e fascismo siano stati portati degli striscioni in campo, ma io non li ho visti che stavo facendo merenda… pare anche che prima della partita e tra i due tempi non si possa passare pubblicità ma solo musica, inni e punk, ma io ricordo solo “We are coming back”, che comunque mi riporta alle romane in piazza l’8 marzo, con lo slogan: “If the girls are united then they’ll never walk alone”, di cui al momento però non posseggo foto linkabili –

Fa bene sentir cantare, da bravi zozzoni quali sono i tedeschi,

wir sind Zecken, asoziale Zecken, wir schlafen unter bruecken, oder in der Bahnof, wir sind Zecken…

senza che sia un insulto da parte di qualche altra persona.

Fa bene pure trovare da mangiare anche se si è vegetariane (eh ce lo so che ho un sacco di difetti io!).

D’altra parte lo stadio del St. Pauli è uno dei più ecologici al mondo: prodotto in materiale biologico, sfrutta energia rinnovabile. Lo stadio del St. Pauli ha pochissimi posti a sedere perché la partita si vede in piedi: e mannaggia a loro se mamma li ha fatti alti sti hamburger!

Ed è bello anche che le persone rimangano a cantare per la propria squadra anche quando perde (l’avevo detto che porto sfiga* io!), senza abbandonare il gioco in campo e anzi rimanendo anche dopo la partita.

Ancora più bello vedere che il popolo dopo festeggi, beva e schiamazzi nonostante tutto. Il prepartita poi, bellissimo, con tutte quelle persone che si riversavano per le strade del quartiere, una volta operaio e oggi un po’ zentrificato, come si dice qui.

Ma ancora ancora ancora più bello, è che dopo gli skin si ritrovino a ballare al Jolly Roger, localetto vicino allo Stadio, a bere e ballare musica a tratti un po’ queer, con le mani sulle anche per il Time Warp. Mentre ricevevo le uniche molestie da una vichinga di circa due metri e visibilmente ubriaca che mi abbrancava le cosce ballando…

A conti fatti, speriamo che lui e le sue coetanee crescano bene!

Viste le premesse, probabilmente gli riuscirà più facile che in Italia!

*fortuna che i tedeschi alla sfiga non ci credono! Comunque a quanto ci dicevano giocavano quasi senza difesa e dunque forse non sono proprio io la colpevole… per quanto il goal (Tor) al 90° minuto della squadra avversaria non faccia proprio ben sperare.

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