Quarantena

Così tanta acqua sotto i ponti dall’ultima volta che sono passata di qua. L’ultimo post lo scrissi che si era rotto tutto. Tutto. Faticosamente ho rimesso assieme i pezzi, gli stralci, di quell’equilibrio che con tanta fatica avevo trovato, eliminato il superfluo, il politico, ho eliminato tutto. A volte faccio finta non sia successo niente, ma la realtà ogni tanto ti prende a pizze in faccia. Mi sono sentita così tanto sull’orlo del baratro che ora che siamo tutti nel baratro mi sento serena. Serena finché non dovessi essere contagiata, colpita, addentata, dal virus, dal lavoro, dall’assenza di lavoro, da una vita di coppia all’epoca della quarantena, così stretta tra queste mura, senza possibilità di un’aperitivo, un’uscita, una passeggiata, senza stare insieme.

Chi l’avrebbe detto che avremmo sperimentato una quarantena, l’interruzione dei voli, l’isolamento sociale? Tutto mi aspettavo, ma, stupidamente, non questo.

Il coronavirus semina morte nel mondo e in Italia e noi ci rintaniamo nelle nostre case, la socialità si tenta dai balconi, l’odio sociale si riversa su chi cammina per strada, nelle code ai supermercati tutta la nostra società.

Mi chiedo quando e se rivedrò tutti, chi di noi sopravviverà all’Apocalisse della pandemia globalizzata? Come nella peste di manzoniana memoria, il virus arriva dalla Cina, si diffonde soprattutto in Nord Italia, la nostra modernità non è poi così moderna, in fondo.

Vorrei solo poter abbracciare, camminare spensierata, raggiungere le montagne, i laghi, i fiumi, poter nuotare, poter respirare. Ecco, la quarantena ci toglie il respiro per poter respirare, bizzarramente. Domani nei libri di storia ci saranno coloro che indossano le mascherine di carta da forno, come oggi abbiamo le maschere contro la peste nei musei della medicina.

 

[L’unica cosa che mi ha tenuta in vita, con tutti i suoi difetti, le mancanze, i litigi, la noia, gli screzi, le piastre che puzzano di carne bruciata, i litigi di nuovo, è stata la convivenza, che, a volte, arriva al momento giusto, quando non ce l’avresti fatta a sostenere tutto questo. Culo, ogni tanto ci vuole culo]

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