Macerie

Nulla si crea, tutto si distrugge. Si iniziano relazioni importanti e si prendono scelte difficili e belle, iniziando nuove strade con nuove persone senza mai pretendere che ci sia qualcosa di definitivo, di scontato. Si creano stabilità mentre quelle vecchie collassano sotto il peso di anni di bugie, di tristezze, magoni, dipendenze, tumori. La mia famiglia non è meglio delle altre, quella che ritenevo un’oasi protetta, un mondo in cui si stava bene, ci si voleva bene, si parlava, era in realtà un mondo di omertà e baratro. Ma l’omertà finisce, il baratro si spalanca anche per me. La famiglia, in generale, è una merda. La mia, pure.

Non posso pensare alla sofferenza, alla lotta contro i propri fantasmi, alla vita complicata e nascosta che hanno dovuto fare i miei genitori. O forse voluto. Voluto perché in una società di merda è meglio tenere tra le mura domestiche i propri problemi, nasconderli in camera da letto, non uscirne mai. E infine scaricare su di me tutto, rompere la bolla, uccidermi l’infanzia fuori tempo debito. Niente di che. Sarebbe stato peggio prima? Che adolescenza avrei avuto? Ora niente da fare. Tutto da ricostruire. Le macerie, signora mia, abbiamo solo macerie, ma di quelle piene di materiale inerte all’amianto.

[anche la tastiera si blocca, a fronte di ciò che vorrei scrivere e non scriverò, a fronte di ciò che vorrei raccontare, ma non racconterò]

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