Melecotogne, queste sconosciute

Prendere la frutta e la verdura in una cooperativa orizzontale, ecologica, solidale, a volte riserva dei rischi. Uno di questi è scoprire con orrore che

1) non si sa come siano fatte le mele cotogne

2) che una volta scoperto di averne un paio di chili in dispensa non si sappia come cucinarle.

Le strategie di resistenza alla crisi riguardano anche imparare nuove ricette. Propongo quindi tre modi per scappare alla mela cotogna!

Il più facile è sicuramente la marmellata. Non ci vuole poi molto, si lavano e tagliano i frutti, si mettono a cuocere con tanto zucchero quanto pesano (o la metà se vi piacciono i sapori acidi) un po’ di cannella (io ho usato la stecca) e i giochi son fatti. Per la verità ho aggiunto anche un po’ di acqua calda, ma forse non era necessaria. Il risultato è semplice e ottimo.

Il più ardito è il risotto con le noci: l’abbinamento si è rivelato azzeccatissimo. In questo caso si prepara un soffritto di cipolla (credo che porro sia meglio) ci si fa rosolare la melocotogna prima e il riso poi (ho usato quello integrale per strafare) e per chiudere le noci. Ho usato un po’ di zucchero oltre al normale sale per evitare troppo acido, e pepe. Ho mantecato con una crema di formaggio che mi sembrava sposare bene le noci (e avevo ragione). Il risultato è stato agrodolce e con un po’ di fondo acido, forse avrei dovuto cuocere di più le melecotogne prima di aggiungere il riso, o aggiungere altro zucchero.

La terza e ultima proposta è un esperimento di cui vado orgogliosa: torta allo yogurt, melocotogna e miele.

Ho messo a cuocere 4 mele cotogne con due cucchiai rasi di zucchero e il succo di un limone, intanto ho preparato l’impasto (un 250 grammi di farina, 150 di zucchero, 250 grammi di yogurt, un po’ di olio di oliva – lo yogurt era casareccio e piuttosto grasso – due tuorli, albumi a neve e lievito -> queste sono misure a occhio, non peso quasi mai, ma la densità del composto era media, né troppo liquida né troppo dura). Quando le mele si erano disfatte completamente le ho aggiunte all’impasto, infornate a 180° per mezz’ora e spolverate di cannella e miele. Il risultato è stato MERAVIGLIOSO anche se ho esagerato col miele perché avevo assaggiato le mele cotogne e mi parevano esageratamente acide.

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One Response to Melecotogne, queste sconosciute

  1. lucha says:

    In Spagna la mela cotogna si chiama membrillo, e ne viene preparata una marmellata densa e gelatinosa che prende la forma di un cubetto e che si può tagliare con un coltello – tant’è che viene chiamata carne di membrillo. Wikipedia sostiene che nel sud di Italia si faccia lo stesso e si chiami Cotognata, io sinceramente non l’avevo mai vista prima.

    Sui formaggi forti è la morte sua! 🙂 ñam ñam!

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