Musica di periferia

Welcome back, retroguard1a!

Paiono dirmi i muri della città, le strade del mio quartiere.

Lo stupore di camminare e rivedere tutto come se fossi una turista in casa. Ah, ma davvero c’era quella chiesa, quella torretta, quel palazzo rifinito e quel porticato. Quanto è bella la mia città! Le storie che hanno fatto la storia l’hanno costruita mattone per mattone.

Poi c’è il quartiere. Il quartiere non è bello, ma potrebbe essere peggio e soprattutto non viene colpito da quella brutta cappa che affossa tutte le bellezze di Roma. Cappe di relazioni sconnesse e di politiche mal fatte, pisciate su questi o quei territori altrui solo per far vedere chi ce l’ha più lungo. La solita noia insomma. Quando poi vorrei capire come, in un periodo afoso come questo, non si possa trascendere le banali scaramucce per ritrovarsi di fronte a cose come la fine di Genova (la fine, comunque, non è la fine). – Siete ancora in tempo per firmare, comunque, sarete sempre in tempo per lottare contro il codice Rocco, il carcere e l’assenza di un reato di tortura nel nostro belpaese – Intanto senza immani conseguenze è arrivata la condanna per la Diaz. Scarna consolazione ma meglio che un dito in un occhio, come si suol dire.

Tra il politico e il personale, nel frattempo, c’è il solito disastro relazionale, che fa rima con non sapersi comportare. “Il prezzo che ho pagato non basta e in più ste paranoie non passano e buttano giù coltivo incendi dubbi paranoie ansie. Ripongo nel mio prossimo speranze false, stupide illusioni, manie, svariate delusioni e drastiche reazioni ad allergie antipatie a pelle, notti senza stelle segni che poi restano per sempre”.

Ma anche stavolta, sono problemi a scadenza. Viva la deterritorializzazione dei sentimenti!

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3 Responses to Musica di periferia

  1. retroguard1a says:

    Exit strategy forever. Stavo mejo in polonia che qua.

  2. spleen says:

    Bentornata stronza! Non ti preoccupare che i sentimenti ti vengono a cercare pure nel buco del culo del mondo 😉

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