Il bere, in età moderna

Secoli XVI-XVIII.

William Hogart (1697 - 1764), Il banchetto (dalla serie: Campagna elettorale)

“Una critica che non solo Fonzivin rivolgeva ai professionisti francesi riguardava il servizio delle bevande. Le bottiglie – per paura che si rovesciassero mentre si cercava di prendere un piatto – non erano posate sulla tavola ma su un buffet, assieme ai bicchieri. Ogni volta che si desiderava bere bisognava farsi servire o da un proprio valletto, se si aveva la fortuna di averne uno, oppure da un cameriere della casa, del quale di solito era più difficile attirare l’attenzione. Alcuni francesi come Grimod de la Reynière lo confermano.

Nell’Europa del Nord e dell’Est il problema non esisteva, perché era difficile che si bevesse mangiando. Come presso gli antichi greci il pasto era diviso in due parti, rispettivamente consacrate al mangiare e al bere. In Inghilterra le donne si ritiravano dopo uno o due bicchiederi. Di altri paesi non esistono testimonianze. Ma su un punto tutti sono d’accordo, soprattutto i francesi, che gradivano poco questa pratica, ed è che a forza di far brindisi e di sfidarsi a bere, tutti i commensali si ubriacavano abominevolmente. In Polonia finivano sotto la tavola uno dopo l’altro, da dove i servitori dovevano portarli a letto di peso”.

Jean-Louis Flandrin, Massimo Montanari, Storia dell’alimentazione, Roma-Bari, 1997, pp. 446-47

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