I tipi melanconici

“Esistono uomini dal grande cervello, dal viso di colorito spento, ma con occhi di fuoco quasi serpentini, vene dure e forti nelle quali scorre un sangue denso e nerastro con musvoli sviluppati e sodi e ossa grosse (…). Essi sono talemente lussuriosi da comportarsi con le donne come belve o rettili. Sono pieni di amarezza, avidi, privi di saggezza, senza moderazione nel piacere sessuale: con le donne si comportano come asini libidinosi. Se non possono sfogare le loro voglie diventano pazzi per la frenesia che hanno in corpo. Quando hanno la possibilità di congiungersi carnalmente si placano, ma il loro amplesso è colmo di ambiguo piacere e sgradevole per le donne, carico di un senso di morte come quello dei lupi quando assalgono. Anche se giacciono volentieri con le donne, non le amano. Alcuni fra loro sono capaci di evitare il sesso femminile, anzi lo fuggono, ma rimangono nelloro cuore aspri come belve e agiscono come orsi. Ma sono uomini che posseggono il senso dell’utile avveduti e capaci nelle opere manuali, e lavorano volentieri. Quando il piacere li assale come un vento che forte e senza freno invade la casa e la scuote, allora diventano tirannici e la loro umanità che doveva fiorire si ritorce in una asprezza serpigna e tortuosa (…). La suggestione diabolica in questi uomini è così potente che, se potessero, ucciderebbero la loro donna nell’amplesso, perché  in loro non c’è amore né tenerezza”.

Ma, in maniera un po’ più confortante:

“Il piacere della donna è come la luce del sole che dolce, continua e soave si diffonde sulla terra che riscalda e rende fertile; se bruciasse più forte con la sua vampa costante brucerebbe i frutti invece di farli maturare.”

Ildegarda di Bingen, XII secolo

Le citazioni di questo e del precedente post, sono tutte da

Bertini, Cardini, Leonardi, Fumagalli, Brocchieri, Medioevo al femminile, Laterza, 1989

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