Cronache di un sabato da cagne

E non vi immaginate scene turche e chissà che eros: purtroppo è questo il femminile di “un sabato da cani”.

Siamo a febbraio, mese noto per:

a) San Valentino

b) alcune ricorrenze politiche di sufficiente importanza tra cui  Valerio Verbano

c) gli esami universitari.

Orde di universitari affollano le biblioteche romane. Specie nei momenti caldi, ovvero quelli in cui sono aperte solo poche biblioteche.

In particolare, il sabato pomeriggio, sono solo tre le biblioteche aperte, diventano due la domenica. In entrambi i giorni non va contato il Bibliocaffé, perché è a tutti gli effetti un locale, in cui ok, ci sono dei libri in prestito, ma non si può davvero studiare.

Torniamo alle nostre orde.

La settimana prima degli esami si moltiplicano le persone che si scoprono erudenti e si affollano davanti ai locali preposti al pubblico studio, chi per un motivo chi per l’altro.

La tensione è alta. Si ride e si scherza ma in realtà si vorrebbe evitare l’ansia. La collettivizzazione aiuta.

Ma cosa succederebbe se la persona che deve aprire una di quelle due biblioteche si scordasse la chiave?

Si aspetterebbe insieme, come in un sit in l’apertura, si correrrebbe all’impazzata verso i pochi posti disponibili.

Alle persone rimaste senza, non rimarrebbe che da chiedere un tavolo alla suddetta persona incaricata di gestire la biblioteca.

E se quella vi rispondesse: “I tavoli non ve li diamo perché ogni volta che troviamo schifo qui ne leviamo uno, così imparate la civiltà?”

Vi verrebbe voglia di darle un cartone in faccia.

E sono proprio una persona a modo, a non averglielo dato.

In compenso oggi lo studio sta a zero. Ma non ho sprecato la giornata: ho fatto 4 ore di riunione stamattina.

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One Response to Cronache di un sabato da cagne

  1. Alle says:

    Studiare a casa nel fine settimana è una soluzione troppo pratica per te? 🙂

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