[Filippiche] Sul movimento

[Post ricco di generalizzazioni: non penso che tutt* i/le compagn* facciano le cose sotto dette, ma che spesso accada e sia molto molto male]

A volte penso che non ce la posso fare.

Non ce la posso fare perché per me antifascismo è una parola che ha un valore. Vuol dire tensione e tentativo nella costruzione di una società altra, perché per me i CIE sono fascisti, gli stupri sono fascisti, le botte in casa sono fasciste, il precariato è un sistema di controllo sociale, indubbiamente fascista. Non posso prescindere dall’antisessismo, antirazzismo e anticapitalismo, per parlare di antifascismo. Non posso prescindere dal femminismo. Quindi non ce la posso fare a stare con i compagni che vedono nell’antifascismo solo muscolarità, testosterone, che poi applicano due volte all’anno, come le feste comandate.

Non ce la posso fare perché i compagni vanno a puttane come tutti gli altri. E per quanto io sia vittima di doppia morale, sono anche convinta che non si domandano troppo se le suddette sono vittime o meno di tratta. Penso pure che facciano o abbiano fatto i "puttan-tour" come tutti gli altri, senza domandarsi troppo il perché o il percome.

Non ce la posso fare, perché sono femminista, quindi una puttana lesbica. O una vergine "non per scelta".

Non ce la posso fare perché abbiamo abbandonato qualsiasi discorso sulle sostanze, perché tanto basta non fare le feste tekno e stamo tutt* apposto. E poi non mi dite che però compagni e compagne non si drogano.

Non ce la posso fare, perché i compagni e le compagne non fanno più un discorso sul futuro: radicali sì, autonomi sì, indipendenti sì, ma sempre con un santo in paradiso. Senza però che ci sia un discorso su cosa vogliamo.

Io mi sono rotta. Io voglio creare una nuova società oppure, perdonatemi se ho un passato da organizzazioni giovanili, "lasciare il mondo un po’ meglio di come l’ho trovato". Vorrei che ci fosse trasversalità e autorganizzazione. Vorrei prendere esempio dalle comunità messicane, che non perdono la cultura, non diventano nazionaliste, non si gerarchizzano. Vorrei che guardassimo a loro, che resistono ed esistono oltre ogni orticello.

Vorrei pensare che queste cose le posso dire in assemblea. Ma non posso, perché il movimento, oltre che essere spesso statico, censura e castra.

Io penso, che se il movimento non si ripenserà seramente e a breve, difficilmente supererà questo momento di resaca forte che ci viviamo, i mal di testa, la repressione.

Se dobbiamo resistere dobbiamo capire che tipo di r-esistenze vogliamo mettere in campo.

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