Turistica a caso

Dopo i numerosi giri e giretti che ho fatto in questo anno accademico prima del meritato riposo studio…(maddechè: prima c’è questo, poi questo, poi ancora questo e alla fine di tutto, anche questo...) necesse est un piccolo vademecum di sopravvivenza extraurbana (intendendo con Urbe, quella che lo è per eccellenza e con la maiuscola).

Budget: sempre massimo 10 euro al giorno, a volte anche meno, al netto degli spostamenti.

1- Dormire: il motto è non pagare mai. Parigi, Bilbao: casa erasmus; Copenaghen: zozzificio, ovvero grande ex-fabbrica messa a disposizione dal comune onde poi arrestare tutt* coloro che da lì si muovevano, o quantomeno meglio controllarli; Barcellona: squat; Londra: casa di amico, o squat anche lì che non guastano mai. La prima regola per non pagare è seguire sempre le regole di chi ospita, soprattutto quando chi ospita abita in uno squat: tanta gente + chaos, more disagio. Non è carino no?

2- Spostamenti: io mi muovo a piedi. Se sono riuscita a percorrere mezza Parigi a fette (traduzione semiletteraria dello zu Fuss tedesco), posso farlo dovunque no? A Londra se sei di fuori non fanno la multa sull’autobus, mentre è quasi impossibile prendere la metro. Ma c’è traffico, casino, puzza di smog. Ma per il portafoglio si può fare, visto che poi i mezzi sono decisamente esosi in quel della città della Tube.

3- Cosa vedere? A Londra i musei sono gratis, a Parigi si entra gratis in alcuni sotto i 26 anni, carta d’identità alla mano, a Berlino i  musei sono gratis il giovedì sera dalle 18 alle 22 (carini, no? esci da lavoro e vai a vedere il museo, direi quasi elementare).  A Barcellona e Bilbao direi che è più complicato, però sono riuscita a vedere il Guggenheim aggratis lo stesso, perché sono una ragazza fortunata. E direi che merita, anche se certi rottami si trovano più belli a Napoli.

4- A me delle città piacciono le scritte sui muri, gli Space Invaders a Bilbao come a Parigi, gli adesivi. Non mi piacciono troppo le città troppo pulite, mi sembrano finte (tipo la splendida splendida Copenaghen, con cui dubito che farò mai pace). Mi piacciono le vie strette e i ragazzini che giocano a calcio nel cortile sotto casa, e mi sembra Barcellona a tratti come Napoli. Mi piacciono i pintxos baschi, peccato che ce ne siano pochissimi vegetariani e solo un tipo vegan (il fungo alla piastra, yum!). Mi piace anche guardare le persone e vedere come si comportano, mi piacciono le catalane e mi piacciono i baschi! Di Bilbao mi è piaciuto vedere come la politica sia ovunque, come si facciano al volo le occupazioni contro la Tav e i cortei. Di Barcellona mi è piaciuto l’attivismo che ha risvegliato anche il fricchettonismo mai del tutto sopito che mi affligge. Pure perché di fronte a uno sgombero imminente della Rimaia (l’Esc meno postmoderna di Barcellona) vedere un concerto (di almeno tre generi musicali!) dai balconi, con presidio sulla strada principale della città, che poi l’ha occupata ed è finito in un corteo spontaneo fino a un’altra piazza, con la gente presa a bene, non può che farmi piacere. 

5- Mangiare: cucina a casa, vivrai meglio. A Parigi però non si può rinunciare alle crepes, o alle boulangerie, mentre per la Spagna io propongo tortillas a tutto spiano, o al massimo patatas bravas visto che è decisamente difficile trovare di che nutrirsi quando non si è di un credo alimentare onnivoro e si vogliono evitare spese folli e fast food vegani.

 

 

ps.Spagna coast to coast è lungo e dispendioso in pullman, ma altrettanto bello (concedetemi la licenza poetica, lo so che Catalogna ed Euskadi non sono Spagna…)

pps. il video è di uno dei gruppi che hanno suonato dal balcone della Rimaia…

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