Ornella

E’ un sacco che voglio scrivere qualcosa per Ornella. Per non dimenticarne quel poco che ne ho conosciuto. Per non dimenticare lo sguardo che oserei definire saggio e le parole che sapevano costruire spaccati nuovi della realtà. E’ un sacco che lo desidero, ma è sempre difficile parlare di chi non c’è più. Ora però, avendo letto il libro di Porpora Marcasciano Favolose narranti, e sentendo che mancava proprio la sua storia, che la sua intervista non verrà mai raccolta, sento il bisogno di parlarne e di scriverne. Eppure non so cosa. Non l’ho conosciuta così bene, eppure lei era così aperta con chiunque. Non si faceva problemi a parlarti e salutarti anche se ti aveva vista due volte. Avrei voluto conoscerla meglio e ricordare di più. Ma di sicuro, sono contenta di averla incontrata, di avere avuto a che fare con lei. Ogni volta che sento parlare di prostituzione, ora, non posso non pensare a lei, allo schifo provato pensando alle violenze delle guardie sul suo corpo, come su quello di tante altre, perché anche se forse è scontata come cosa, non diventa reale se non te la raccontano. Ed è difficile scriverlo perché vorrei ricordare anche e soprattutto che lei non era una prostituta, e non lo era quando l’ho conosciuta, era una donna, una femminista, una bella persona. Soprattutto una bella persona che vorrei tantissimo avere conosciuto di più. Che di sicuro ha vissuto tanto. Una femminista che si vedeva sapere cosa fosse la sorellanza, che non è da poco.

 

 

Insomma, ultimamente, Ornella mi manchi, e non so nemmeno perché. Soprattutto, mi chiedo perché non ho avuto il tempo di conoscerti meglio.

 

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