Fenomenologia della distanza

Quattro ragazze, una città. 26 anni ciascuna, differenti provenienze, stesso programma universitario a farle incontrare.

C. viene dagli Stati Uniti, dove ha conosciuto A., studente iraniano che non può lasciare gli USA a rischio di perdere la cittadinanza. Avrebbe un periodo di ricerca da svolgere a Tunisi, e forse potrebbe tornare indietro, ma chissà. La cosa migliore sarebbe cercare di farsi dare l’asilo o sposarsi, solo che a lei piacerebbe un matrimonio per amore, più che per convenienza per non parlare di tutto il problema di indipendenza che si instaurerebbe.

A. viene dalla Germania e ha conosciuto V. in Olanda. V. le manca e la inquieta il fatto che lei stia così vicina alla sua ex ragazza mentre lei è distante. Ma vivranno presto insieme, solo che non si sa dove, perché V. vorrebbe fare ricerca e non sa dove e A. non sa che lavoro cercare…

Poi c’è L. che sembrava voler stare a tutti i costi nella città ma ora non trova lavoro, non trova dottorati e ha la ragazza distante. E si chiede perché scappi quando le capita l’occasione di farsi una scopata, visto che mai le era successo.

Alla fine ci sono A. e D. e pure loro che non hanno idee – o forse ne hanno troppe – per il futuro e tanta voglia di vedersi per il presente. Per il momento c’è Mumble, che però non funziona proprio benissimo.

Chissà dove finiranno tutt* e otto. Chissà con chi e come… Intanto menomale che hanno inventato l’internet!

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A proposito di Iran (e altri paesi omopersecutori), a volte si concedono in Germania per casi particolari diritti d’asilo a persone omosessuali, ha fatto scalpore una recente sentenza in cui si rifiutava perché “se lo fai a casa e non lo ostenti nessuno ti dice niente”.

A proposito di est in genere, in alto la cartina medievale che lo pone in alto, visto che si pensava fosse lì il paradiso. L’eurocentrismo si esprime in molte maniere…

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