Il mondo dopo Facebook

Ce l’ho fatta. Sono uscita da facebook da alcuni mesi e sono sopravvissuta.

Non che ne dubitassi, ma magari c’è chi si chiede perché l’ho fatto o se mi manca.

Non mi manca, in verità a volte sbircio cose su profili altrui, ma il gran fascino della pagina aggregativa delle attività, piaceri, link condivisi e foto non lo sento. Mi fermo cinque minuti, apro due link interessanti che avrei potuto trovare in altra maniera e questo è quanto. Poi mi sento infastidita dalla quantità di cose che appaiono in maniera disordinata sulla pagina ed esco.

Le persone che erano finestrelle che si aprivano in basso a destra sono diventate persone di carne e ossa. A volte ci parlo, dal vivo o al telefono, altre le incontro in carne e ossa. Può capitare che sia più difficile dire certe cose, ma è più bello per questo. A volte è anche più difficile parlare con vecchi amici e amiche, ma anche questo è bello. Chi mi conosce sa che sono una persona paziente, so aspettare, e sono anche abbastanza ostinata da trovare chi potrei voler trovare. Chi mi vuole bene si interessa della mia vita anche al di fuori della piattaforma sociale, anche se a volte ci si perde di vista ci si ritrova sempre.

Ma ci sono altri buoni motivi per non stare su Facebook.

Il primo è che Zuckerberg è un (presumibilmente sessista) repubblicano che si sta occupando di educazione e questo mi fa un po’ paura. Oltre al fatto che lo invidio molto per aver avuto l’idea di Maria Cazzetta (connettere persone), che noi praticavamo dai tempi che furono (alcuni di noi sin dalle famose BBS, che io ancora non ho capito come funzionavano) senza metterle a capitale. Il secondo è che la società del controllo non passa per le istituzioni, ma per il senso di panopticon di tutti verso tutti, se è vero che la nuova maniera di cercare informazioni renderà più facile ai nostri capi, alle nostre insegnanti e a chiunque voglia, scoprire i nostri segreti o semplicemente la nostra vita i nostri interessi e passati amori.

Sul nuovo motore di ricerca di Facebook:

* Stalking Zuckerberg (in inglese)

* Graph Search (in tedesco

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