Apologia di una pornostar

Oggi voglio parlare dell’oggetto del mio desiderio platonico da quando un film di Cronenberg (Crash) ha risvegliato i miei ormoni silenti.

L’oggetto del mio desiderio è Stoya. Anche se mia zia Slavina proponeva di supportare una pornostar locale io mi lancio nel mondo del commerciale, che per altro conosco solo di riflesso, grazie a blog come questo, proprio perché di solito si fa pagare.

Mi va di parlarne per due motivi.

In quesi giorni di rimpalli polemici su quanto abbia senso il situazionismo anarchico, leggere le righe che scrive Stoya sul suo blog mi fa piacere. Mi fa piacere perché scrive cose sensate, ad esempio invitando a stare attent* alle malattie sessualmente trasmissibili al di là delle mistificazioni sensazionalistiche che si trovano sulle riviste. Se capite l’inglese, anche le  riflessioni sul corpo/ un corpo che è anche strumento e prodoto al tempo stesso di lavoro, sono molto interessanti.

Ma è piacevole anche trovare linkati post che parlano di femminismo (sarà che non me lo aspettavo). Nello specifico quello di Amanda Palmer (altra tipa che vi consiglio di conoscere) in cui si attaccava chi dice cosa fare alle femministe, nello specifico che “le vere femministe non flirtano con i maschi”. Ah, beh. Come non concordare con l’assunto che: “la mejo femminista, fa esattamente quello che vuole fare”? Ecco, e questo valga come appunto quando si parla di chi guardare, cosa indossare e come fare la propria lotta.

L’altro motivo è che mi piace tanto. Facile facile. E mi piace (a volte) condividere i miei piaceri.

La rielaborazione della foto è mia, la foto originale di la trovate su Fuck Yeah! Stoya insieme a tante altre interessanti. Per la colonna sonora:

ps. godetevi questa apologia del sesso insicuro sotto scusa medica e indignatevi.

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One Response to Apologia di una pornostar

  1. Alle says:

    Se non ci fossi tu con il tuo blog, io non saprei manco cosa sia il porno… 🙂

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