Repressione (questa l’ho già sentita)

ROMA – Massima allerta per terrorismo dice il ministro Cancellieri che annuncia “l’impegno dell’esercito” a difesa degli obiettivi sensibili. Perché “in Italia c’è un serio rischio escalation” e la gambizzazione di Adinolfi, manager Ansaldo, non è da sottovalutare. Trenta anarchici nel mirino degli investigatori.

“Il rischio di una escalation del terrorismo anarchico è reale”. Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, non nasconde la sua preoccupazione per le minacce di altri attentati contenute nella rivendicazione del Fai alla gambizzazione di Adinolfi, l’ad di Ansaldo Nucleare, che ha giudicato “attendibile”. Preoccupato anche il sottosegretario dell’Interno, Carlo De Stefano – ex capo dell’Antiterrorismo – per le azioni “messe in atto per affinità e emulazione”, come peraltro già avvenuto con il pacco bomba ad Equitalia e le molotov alla sede di Livorno di ieri notte.

“Abbiamo individuato la matrice – precisa Cancellieri – adesso bisogna lavorare. È una situazione comunque che richiede molto rigore e molta attenzione”. La posizione di allarme del titolare del Viminale trova consenso nel governo: “So quanto sia serio il ministro Cancellieri – dichiara il titolare della Giustizia, Paola Severino – e quanto avrà pensato prima di rendere questa dichiarazioni. Sono quindi preoccupata perché considero questo suo timore estremamente serio”. Allarmato anche il ministro dell’Integrazione, Andrea Riccardi,

secondo il quale “si deve stare attenti perché la violenza può pescare in un clima di tensione”.

E ora il governo ha deciso di innalzare le misure antiterrorismo. Il Dipartimento della pubblica sicurezza – il cui capo, Manganelli, due mesi fa al Parlamento aveva denunciato il “salto di qualità degli anarchici, pronti ad uccidere” – ha inviato ieri a tutti i questori e prefetti una circolare per “potenziare ad ampio raggio l’attività info-investigativa con particolare riferimento agli ambienti eversivi”. E per incrementare la vigilanza dei cosiddetti “obiettivi sensibili” (come, ad esempio, le sedi di Equitalia, ma anche i cantieri Tav, banche, multinazionali e istituzioni da sempre nel mirino degli anarchici). Saranno rinforzate anche le scorte alle personalità più esposte al rischio di essere colpite. Oltre a politici e manager (come nel caso di Adinolfi), anche gli operatori del mondo del sociale e del lavoro.

A breve si prevede un comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza al Viminale che faccia il punto sul rischio eversione in Italia.

dall’articolo di Alberto Custodero, per repubblica.it 13 Maggio 2012

Non so perché ma l’unico rischio eversivo che vedo è quello a livello istituzionale, in corso da una decina di anni sul riciclaggio di nomi e fatti post-tangentopoli. Non amo difendere poco democratiche democrazie basate sul niente, ma preferisco le garanzie ad avere il culo all’aria.

Leggi emergenziali senza vere emergenze, riforme istituzionali senza consenso popolare, utilizzo di corpi militari piuttosto che civili e l’escalation di fascismi vecchi e nuovi in risposta a movimenti popolari sono la risposta che ha storicamente accompagnato l’ascesa di nuovi regimi.

Italia, Spagna, Francia e Grecia per ora vedono diversamente affermarsi politiche preoccupanti, basate sulla paura, mentre nel resto del mondo i fondamentalismi avanzano (vedi l’islamica Turchia e l’ultraebraica Israele). Ma non era meglio il postmoderno?

E un po’ di brividi mi percorrono la schiena.

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3 Responses to Repressione (questa l’ho già sentita)

  1. retroguard1a says:

    il black bloc. altroche’.

  2. spleen says:

    Ma capisci quant’è vasto questo blocco che porta avanti un vero e proprio discorso, che si auto-alimenta e trasporta un intero paese?
    Leggi qua:

    “Dalla protesta pacifica a quella violenta, dalla protesta violenta ad atti di vandalismo, minacce e violenze verso singole persone, per giungere infine, con fredda brutalità, al terrorismo vero e proprio, al ritorno delle armi.” (repubblica.it)

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