Dondolandosi

Leggi certi post, certe riflessioni, e ti accorgi di quanto la propria vita sia un continuo allungarsi e dondolarsi, tra un confine e l’altro, tra i generi e la loro percezione, tra la vita vera e quella che si vorrebbe vissuta. In&Out, tra l’uscir fuori e il chiudersi in sé.

Mi dondolo tra la liberazione e la dieta. Tra inculare ed essere inculata. Tra l’avere letto Piccole donne e l’ossessione sessuale, stringere l’ano e invidiare Rocco Siffredi. Il voler piacere, il voler piacere (madonna come sono banale) a uomini più anziani, a sentirmi nel torto per gli uomini che vorrei accanto, a rimpiangerli in segreto.

Mi dondolo tra la voglia di saper fare buoni dolci, buoni pompini e la pretesa di ricevere del buon sesso orale, e nessun ordine in ambito domestico.

L’amore prima, dopo, durante il sesso, la depilazione, possibilmente, prima. I feticismi piccoli, indisturbati. Il sesso senz’amore e ogni tanto i suoi cattolici sensi di colpa.

Sentirmi libera e sapermi incatenata a passati, persone, gesti, parole d’amore. Ripensare alla prima volta, alla deflorazione sgarbata, alla voglia di avere di più, ai rifiuti e alle rincorse. Inseguimenti a volte pietosi. Voler fare l’amore con una due e mille persone insieme (ci vuole fiducia per affidarsi gli uni alle altre e la fiducia è esponenziale al numero di uni e di altre).

Osservare la maternità altrui, pensare che sia follia.

Quando dei fascisti qualcunque, dissero di me, “ma che è? Amanda Lear? Ma è ‘na femmina o un maschio?”…orgogliosamente sorrisi, dondolandomi tra lo sconforto e la gioia. A volte anche i fascisti ti possono far riflettere.

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