La misticanza è un’insalata, composta di verdure domestiche e selvatiche e il suo nome significa per l’appunto "mescolanza".
Ma non è di verdura che voglio parlare. Mi ha molto colpita un’iniziativa, quella di Mystica, che si propone di rappresentare il tema della "’scena erotica’ nella ‘letteratura mistica’ femminile italiana".
Ovviamente sono piovute critiche sui manifesti che rappresentavano donne in momenti di evidente godimento, con accanto scritte (veramente pronunciate da mistiche) che riportavana il piano sul cristianesimo.
Non so se questi manifesti mi piacciano o meno. Da un lato non mi dispiace che l’esperienza mistica, che personalmente amo molto, venga divulgata. Dall’altro non so quanto quei manifesti rispettino in qualche modo la memoria delle donne che pronunciarono quelle frasi.
Che le donne, sante vive o sante morte, abbiano avuto un rapporto molto corporale con la religione è un dato di fatto. Basti pensare che oltre a San Francesco e a Padre Pio (fascista, per chi non lo ricordasse), sono state solo donne ad avere le stimmate. Che le donne trovassero un godimento probabilmente sessuale nella religione, considerando che spesso vivevano in castità, non è improbabile. Ricorderò sempre con gioia, quando, ricercando per la tesi, trovai il racconto di non so che monaca, che grazie al tramite di un’altra monaca riceveva orgasmi da un angelo. Bei tempi quelli in cui la fantasia cristologica era solo un modo per inventarsi nuove fantasie! (premesso che io sono convinta ci credessero fermamente in queste fantasie, ma magari nel 3000 ci sbeffeggeranno perché noi ci credevamo nell’amore!).
Perché le mistiche mi sono simpatiche e non sono simpatiche alla Chiesa?
Mi sono simpatiche perché rappresentano una cultura popolare, l’assenza di intermediazione dotta tra se stesse e la fede, perché spesso erano le donne che volevano indipendenza. La castità, al contrario di quello che si crede, non era affatto ben vista dalla Chiesa, se non era circuita dalle mura del monastero. E nei monasteri non si entrava aggratis, si pagava una dote. La donna che indipendentemente da monasteri e uomini decideva di rimanere vergine veniva spesso ostacolata dalla famiglia, per la quale diventava un fardello. Mi sono simpatiche perché elaborarono un pensiero proprio, che finì con l’influenzare esperienze ben più colte, ma con molto meno carisma (ad esempio il circolo di Valdés a Napoli).
Non sono simpatiche alla Chiesa perché intrattenevano un rapporto diretto con Dio, il che vuol dire, l’inutilità della Chiesa stessa. E per questo vennero spesso inquisite e uccise come streghe. Alle donne, si dava con parsimonia l’eucaristia, in quanto il corpo di Cristo mica se lo possono mangiare tutt*! E dunque, che ad alcune donne Cristo offrisse da sé la sua carne, non poteva che essere visto come un oltraggio, o l’opera del demonio.
E vabbè, mattutinamente mi sento spirituale forse, ma due righe non mi dispiaceva scriverle, perché al di là della cornice religiosa che trovo spesso molto stretta e pesante, mi spiace sempre che non si distingua a dovere tra fede, religione e fondamentalismo. In un ambiente che poi, se dobbiamo dirla tutta, è permeato da concetti cattolici come il senso di colpa, il dovere e il peccato. La fede, quella non ce l’abbiamo, nel senso etimologico di richiamo alla fiducia in un domani che verrà. E in questo, il millenarismo comunista, un po’ si sente che ci manca.