L’amore sporco

La percezione che siamo tutti orribili e che la bellezza è una tregua e l’innocenza è una menzogna.Egon_Schiele_-_Liebespaar_-_1913 L’amore sporco, di Andre Dubus III, è uno di quei libri che ti entrano dentro, mentre tu vorresti stare chiusa a riccio e non pensarci più, o forse continuare ad inseguire il mito di un amore romantico da favoletta che non arriverà mai.

Perché l’amore, come ce l’hanno descritto, in realtà non esiste. Esisono storie complicate e piene di sporcizia, esistono le nostre esistenze così dannatamente inutili che si incontrano e che cercano di ammucchiarsi in mele bacate. Questo è quello che Andre Dubus III ci racconta in trecento pagine scritte grandi, attraversando tutte le mie paure, le mie storie di violenza, i miei errori. Tutte cose evidentemente nemmeno originali, ma raccontate con la penna di chi sa raccontare e farle apparire diverse da quel che sono. Una merda.

Aver voglia di sapere troppo, aver voglia di avere qualcuno accanto chiunque sia, quelli che vorrebbero i bocchini che tu non vuoi fargli, sentirsi insultate da chi ci sta vicino, tradimenti e malesseri vari e innamorarsi dietro una tastiera. Un po’ di storie diverse, ma tutte intrecciate, molte delle quali mi han fatto sentire rappresentata da molto dello sporco narrato, nelle sue sfumature peggiori descritte con metafore taglienti. E lo sporco che va a insudiciare le varie storie non è particolarmente feroce, piuttosto è banale, casuale, come se alla fine ci facessimo male quasi per pigrizia.

Stasera era una di quelle sere con lo sporco intorno, e non c’è sapone per i piatti che tenga. Quelle sere di rosicamenti, di sentirsi delle fallite di fronte alla stessa mia incapacità di tenere botta anche di fronte alle conclusioni più semplici e forse fortunate. Quelle sere di sentirsi a disagio di fronte a chi ha fatto cose che non si vorrebbero mai sapere, che si comporta come nulla fosse mentre per te è tutto tremendo. E le due cose che si intrecciano, sovrappongono e stridono come un frullino su una porta. Rifugiarsi in cucina per evitare tutto. Ritrovarsi la sera sconvolte a scrivere di un libro che sembra uno specchio delle nostre vite. Inutili, insignificanti, accozzaglie di sentimenti che rimangono nel petto come rigurgiti. Quando forse basterebbe così poco. Ma cosa?

L’amore sporco racconta tante storie e una sola. Quella di un relazionarsi malato in una società malata, facendo finta che vada tutto bene, che sia normale. Pensandoci, a volte, innocenti in tutto questo trantran, mentre di innocente non c’è nulla. E la bellezza è una tregua.

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